martedì 13 settembre 2011

Mi passa la voglia di far fumetti

Titolo volutamente provocatorio.
Riflettevo recentemente sulla mia vita (riflessioni importanti eh): ho 22 anni e vorrei al più presto rendermi autonomo e mantenermi. E fin qui ok, niente di strano. Il problema è che fin da quando sono bambino non ho mai messo in discussione che vivrò disegnando.
Disegnare cosa? Fumetti, ovviamente.

E' da circa 3 anni che mi faccio pagare le commissioni che ricevo e quest'anno (che è stato particolarmente fortunato) ho quasi triplicato i guadagni dell'anno scorso. Si parla sempre di spiccioli, un accettabile stipendio mensile lo guadagno in molti molti mesi, ma non è qui che voglio arrivare.
Il problema è che in tutte queste commissioni non c'è stato quasi nessun incasso grazie ai FUMETTI.
In questi anni ho disegnato fondali per corti d'animazione, personaggi per giochi di carte collezionabili, illustrazioni per siti e volantini, copertine di cd, disegni per magliette, caricature di laurea, illustrazioni per libri e "disegni illustrativi per un manuale di montaggio di un apparecchio per la misurazione del traffico".
Vedete qualcosa riguardante i fumetti? No.
Prendiamo ad esempio l'ultima commissione dell'elenco, si tratta di disegni del genere

Non è stata la commissione più divertente del mondo, però è stata pagata bene dall'azienda che produce questi affari e ho lavorato in piena libertà: mi hanno contattato, ci siamo accordati sul prezzo, mi hanno dato una data di scadenza, e io ho lavorato tranquillamente dalla sedia di casa mia mandando man mano i disegni finiti.

Per i fumetti è un casino.
A fare una tavola ci si impiegano ore e ore, la mole di lavoro è spaventosa, i pagamenti sono irrisori (almeno, da quello che sento in giro riferito alle case editrici italiane), e le royalties ancora più misere.
Quindi mi chiedo, perchè non puntare direttamente a privati per la creazione di personaggi/loghi/vignette pubblicitarie? Guardandosi intorno la stragrande maggioranza dei prodotti si appoggia a personaggi disegnati, ogni attività ha bisogno di una scritta, un marchio da appendere fuori dal negozio, ogni brioches ha sulla confezione una vignetta con le avventure della brioches umanizzata (che poi i bambini siano cannibali e si mangino il loro amico Goccio è un'altra faccenda).

Adesso capisco meglio quello che avevo sentito dire qualche anno fa "per mantenersi bisogna fare di tutto: fumetti, illustrazioni, loghi, personaggi, lavori di grafica"
Mi dispiace solo che il fumetto sia il settore meno redditizio e meno conveniente.

4 commenti:

  1. In Italia la situazione è sempre stata in mano a Bonelli e Disney (e la prima quantomeno ti dà royalties se crei da zero il personaggio, la Disney no) purtroppo se si vuole provare seriamente a viverci di tavole di fumetto, bisogna tentare in Francia. Non so dirti il pagamento quanto venga, ma lì il formato base è il cartonato (12 euro minimo a volume, carta splendida), e se non fai soldi subito non ci mettono due secondi a liquidarti. È duro, ma se hai un discreto successo, allora i risultati non tarderanno ad arrivare. Quindi ti auguro buona fortuna per Angouleme |3 (per la questione che di soli fumetti non si campa, è un discorso che mi hanno fatto più volte anche i miei professori della scuola di fumetto, poco da farci. E loro hanno anche diverse serie all'attivo e pubblicate in francese :') )

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  2. Io non riesco ad andarmene di casa neppure col mio lavoro "vero".
    (precisiamo: io considero il fumettista un lavoro "vero" tant'è che aspiro tutt'ora a farlo... però in questo istante il lavoro "vero" è quello che fai malvolentieri soltanto per portare a casa la pagnotta... e come ho già detto si fatica anche a fare quello).
    Rassegnamoci al fatto che siamo in tempi grami e di crisi e che le case editrici non se la stanno passando bene e finché non passerà bisogna stringere i denti.
    good luck.

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  3. Diciamo che non siamo in giappone e bisogna convivere con il fatto che la nostra cultura non sia proprio improntata al disegno nelle sue forme più complete.

    E se il fumetto è una landa l'illustrazione è una giungla in cui è difficilissimo entrare.

    Io non so come sia il vero mondo dei fumetti perchè fino ad ora ho fatto soltanto tavole singole autoconclusive e mai lavorato ad un progetto più grande ma quello che è certo è che non è facile trovare apertura e disponibilità in questo frangente.

    Comunque sia il bello del disegno è che si può adattare ed un posticino per quanto piccolo lo trova sempre in giro... chissà se un giorno le cose saranno più semplici :D

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  4. Ti capisco benissimo. Io ho iniziato esattamente come te e mi è andata bene giusto perché ho imbroccato con Huntik magazine dopo anni di vivacchiamento, ma comunque io e mia moglie ci manteniamo giusto perché lavoriamo tutti e due e lei ha il posto fisso in Rainbow. In più in questo periodo l'editoria sta in crisi tremenda, non so se avete notato che quasi non sta uscendo più un cavolo. Tempi duri!

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